Lazzaro felice: un film sulla semplicità della vita di campagna.

Tempo di lettura: 2 minuti

Un film italiano che racconta la semplicità contadina che incontra la complessità della città.

La fine della Mezzadria, culminata nel 1982, ha determinato la fine della cultura contadina in Italia. E con essa la cancellazione del valore della terra come fonte produttiva di benessere.

In questo film, con sapienza e leggerezza, la leggerezza della farfalla, non la leggerezza dell’indifferenza, viene raccontato questo passaggio.

La Mezzadria affonda le sue radici nel basso medioevo, fra l’anno 1000 e la scoperta dell’America. Si basava su un corretto rapporto di condivisione. Il proprietario del terreno (il Concedente) divideva a metà i proventi della coltivazione della terra con il Mezzadro, che non era una sola persona ma una o più famiglie che coltivavano e mantenevano fertile e produttivo il terreno concesso.

Questo consentì di rendere produttiva, in modo equo, la superficie coltivabile della nostra Nazione.

Il film

Lazzaro, il protagonista, è un ragazzo di vent’anni che stringe un rapporto di amicizia con il figlio della “padrona”. La sua semplicità e profonda bontà, che rappresenta il senso del rapporto dell’uomo con la terra ed i suoi frutti, lo fa sembrare, agli occhi smaliziati di chi è più vicino al “potere” un povero stupido.

Tancredi, il figlio della marchesa Alfonsina De Luna proprietaria dei terreni, è un ragazzo suo coetaneo viziato dalle abitudini della sua condizione.

L’amicizia, vera e felice, la prima per Lazzaro, lo porterà ad essere coinvolto, ignaro, in trame segrete e falsità. Fino al punto di aiutare Tancredi nella simulazione del proprio rapimento.

Lazzaro non cambia, legato alle sue radici di semplicità, forte del suo legame con la terra che non ammette e non consente bugie o raggiri.

Il profondo legame con Tancredi spingerà Lazzaro ad inoltrarsi nei meandri di una grande città per ritrovarlo ed in qualche modo redimerlo.

Il film è stato girato nell’estate del 2017 tra Bagnoregio e Vetriolo, nel Viterbese; in provincia di Terni e con sequenze a Torino, Milano e Civitavecchia.

«Lazzaro non giudica gli altri ma ha una fiducia incondizionata nel prossimo. E anche se la mia è una fiaba, io Lazzari così nella realtà li ho incontrati davvero. È una persona concreta, ma anche un simbolo, quello della possibilità di stare al mondo e fidarsi degli uomini» (La regista: Alice Rohrwacher).

La regista

Alice Rohrwacher

nasce a Fiesole, in Toscana, da madre italiana e padre tedesco. La sua infanzia ed l’adolescenza la vive a Castel Giorgio, in provincia di Terni (luoghi dove è stato girato questo film), terra di origine della madre e luogo di lavoro del padre Reinhard che fa l’apicoltore.

Il suo esordio come regista avviene nel 2006 con la direzione de “La Fiumara”, episodio del documentario “Checosamanca“. Il 2011 fa il proprio esordio cinematografico, con il film “Corpo celeste“, che le vale il conferimento del Nastro d’argento al miglior regista esordiente.

Nel 2014 vince il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2014 con “Le meraviglie“. Nello stesso anno prende parte al film collettivo “9×10 Novanta” presentato al Festival di Venezia.

 Il trailer

Nelle sale

Il film è stato presentato a Cannes il 13 maggio 2018 e verrà distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 31 maggio 2018.


Ti auguro una buona visione.

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