I Borghi, i giovani e la banda larga.

Il Lockdown e lo smart working ci hanno fatto scoprire che molti possono lavorare da casa. Se poi la casa è in un luogo dove la vita è più salutare e rilassante è ancor meglio, ed il lavoro svolto può essere molto più efficiente.

Una emergenza, una occasione.

L’emergenza di questa pandemia ci ha fatto capire che le attuali tecnologie permettono di svolgere molti lavori direttamente da casa. Si tratta di un tema importante che, indirettamente, potrebbe dare una svolta al recupero di tantissime infrastrutture esistenti e nel tempo abbandonate.

Il fenomeno dell’abbandono dei piccoli Borghi, causato dall’accentramento del lavoro in luoghi dedicati e appositamente costruiti, che ha caratterizzato i decenni dal 1960 ad oggi, sta per essere ribaltato dalla tecnologia. In concorso con l’emergenza che stiamo, nostro malgrado, vivendo. Considerando anche i buoni motivi che ci fanno scegliere di vivere in campagna.

Esempi estremi.

Un esempio eclatante di smart working sono le miniere di Molibdeno in Cina, nella provincia dello Henan.

I macchinari per l’estrazione del metallo sono stati dotati di tecnologia 5G che permette agli operai di pilotare, con tempi di risposta immediati; tutte le operazioni di estrazione. Un lavoro che, a differenza dei classici lavori d’ufficio, sembrava impensabile poter essere svolto da remoto.

Smart working in miniera.

Lo smart working in una miniera dello Henang.

Questo, naturalmente, è un esempio estremo ma, pensiamo a quanti lavori oggi svolti in un ufficio, potrebbero essere ben eseguiti da remoto avendo a disposizione una connessione veloce e sicura.

E qui arriva il pensiero dell’uomo che ama la campagna, e i piccoli Borghi.

Cosa ci dice tutto questo?

Semplice; che possiamo vivere anche distanti dai punti di riferimento fino a poco tempo fa necessari.

Questo vale anche e soprattutto per il lavoro; poterlo svolgere da un casale immerso nel verde ci renderebbe sicuramente più produttivi.

Lo smart working ha spopolato tra le grande imprese, conquistando sempre di più anche la pubblica amministrazione. Chi ha provato questa nuova formula di lavoro si ritiene più soddisfatto dei lavoratori tradizionali sia per come riesce ad organizzarsi sul lavoro (39% contro 18%) che per il miglioramento notato riguardo i rapporti con colleghi e superiori (40% contro 23%).

Ciò che è emerso dal campione studiato, quindi, è un significativo aumento di soddisfazione personale legato a una maggiore efficienza nelle prestazioni. Del resto, è proprio questo l’obiettivo ultimo dello smart working: rendere i lavoratori più soddisfatti, più liberi di organizzarsi e quindi più produttivi.

(tratto da un articolo su https://www.uptown-milano.it/smart-working-cose-e-perche-rende-piu-produttivi/)

Perché è utile ai piccoli Borghi?

In Italia sono più di 5.500 i Comuni di piccole dimensioni che hanno vissuto negli ultimi 50 anni un importante spopolamento. Sono il 69,7% della totalità dei Comuni italiani, vi risiede 1/6 del totale della popolazione nazionale e coprono un territorio pari al 70% del totale della Nazione.

Un patrimonio, culturale, territoriale ed antropologico che è stato a lungo dimenticato ma che, recentemente, viene rivalutato e osservato con attenzione.

In questo interessante articolo di Laura Cavestri sul Sole 24 Ore si sottolinea il valore, non solo economico, di un recupero delle piccole realtà abitative.

Sempre sul Sole 24 Ore un ulteriore approfondimento su questo argomento da parte di Paola Dezza.

Cerchiamo di capire perché una valida connessione alla rete non può che far bene a questo patrimonio.

Lavorare da casa.

Molti desiderano vivere in luoghi più consoni ad una vita serena e salutare. La motivazione più forte che impedisce questo è la necessità di risiedere nei pressi del proprio lavoro.

Una splendida alba.

Per cominciare una giornata di lavoro, è meglio uno scenario come questo!

Per svolgere il proprio lavoro ci si deve recare in ufficio o in altri luoghi dedicati e questi sono spesso concentrati nelle grandi città. La campagna o i piccoli Borghi non offrono, oggi, grandi opportunità lavorative e questo è il principale motivo dello spopolamento dei piccoli centri.

La scoperta del telelavoro (o smart working) durante questo periodo ha fatto capire a molti, sia dipendenti che datori di lavoro, che buona parte del lavoro può essere svolto da casa. In tanti hanno svolto le loro attività dalle case di vacanza, magari rimasti bloccati dal fermo agli spostamenti.

Nel caso in cui i piccoli centri si dotassero in modo capillare di connessione a banda larga, il lavoro sarebbe fruibile anche da luoghi lontani dai posti di lavoro, così in molti potrebbero permettersi di vivere in Borghi e campagne.

Tutto ciò comporterebbe un incremento della popolazione ed una rivitalizzazione dei Borghi. Nelle piccole realtà si sente più forte il senso di appartenenza alla comunità ed è percepita una storia collettiva e non individuale, così come la visione del futuro. Il singolo individuo si identifica nella “identità locale” dove la cultura, l’arte, l’agricoltura e la cucina sono elementi essenziali.

Nei grandi centri abitati questo rapporto con l’identità locale è praticamente impossibile o comunque difficilmente praticabile.

La tecnologia è pronta per questo.

Far arrivare i cavi a fibra ottica, o il doppino telefonico, in zone rurali ha dei costi troppo alti rispetto ai ricavi ma c’è una alternativa, molto interessante, la FWL, acronimo di Fixed Wireless Access. Si tratta di un sistema di ponti radio per trasmettere il segnale a banda larga in zone molto ampie. Da un punto fisso ad un altro punto fisso.

Schema funzionamento

Rappresentazione schematica della rete FWA.

La fibra arriva in luoghi semplici da raggiungere poi il segnale prosegue la sua corsa attraverso un segnale radio diffuso con antenne, fino a raggiungere i ricevitori, che possono essere posizionati nelle singole abitazioni riceventi oppure in punti dove il segnale possa essere ridistribuito di nuovo via cavo.

Questo consente di evitare chilometri di cavo che dovrebbe attraversare zone impervie, difficili da attraversare.

Quale è la situazione attuale.

Il digital divide è il solco che separa le aree raggiunte facilmente dalla banda larga da quelle dove il segnale Internet arriva con maggiore difficoltà. Nei centri urbani la diffusione della banda larga è ormai ampia e ben distribuita, i piccoli centri soffrono invece la mancanza di connessioni veloci, limitando la possibilità degli abitanti di far parte della rete che permette uno sviluppo economico e sociale adeguato.

Alcuni provider stanno lavorando proprio per eliminare questo divario digitale.

Con provider come Tiscali o Eolo si può avere una connessione internet anche in zone non raggiunte da linee telefoniche o da altre connessioni via cavo.

Tiscali con il 4G+ raggiunge già numerosi comuni di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e Calabria. Con il servizio Ultrainternet Wireless, con un costo di circa 27 Euro al mese, Tiscali raggiunge una velocità in download fino a 100 Mb/s e in upload fino a 3 Mb/s, ottima per un utilizzo lavorativo e altrettanto valida per un uso ludico, come film e videogiochi.

Eolo si è data la missione di fornire una connessione attraverso l’FWL proprio per raggiungere Borghi e case isolate. Copre più di 6000 Comuni nelle Regioni: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Umbria, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta e Veneto, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Con una spesa di circa 27 Euro mensili si ha una connessione a 30 Mb/s, con 5 Euro in più al mese si arriva a 100 Mb/s.

Cosa aspettiamo, allora?

Una opportunità che ci offre questa pandemia è proprio la possibilità di recuperare ampie zone del nostro territorio.

Forse mai come oggi, possiamo invertire il meccanismo di spopolamento delle aree rurali, incentivando, con gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, il riuso di zone soggette da decenni ad un progressivo abbandono.

La campagna e i piccoli Borghi rivitalizzati da giovani che possono svolgere comodamente il loro lavoro, lontani dai poco attraenti ritmi delle grandi città.

Un luogo dove poter svolgere il tuo lavoro.

Un luogo piacevole dove poter svolgere il tuo lavoro.

La presenza di una maggiore popolazione poi porterebbe un indotto economico non indifferente: negozi di vicinato, servizi, attività sportive e molto altro ancora.

Il trend della ricerca di case in campagna è in forte crescita. Come possiamo leggere in questo articolo.

Cresce del 30% la richiesta di case in campagna
Richieste triplicate nel bresciano e nell’alessandrino. Prezzi stabili, a una media di 1.456 euro/metro quadrato con valori sotto i mille euro per 1 comune su 3.

La pandemia ha rilanciato la domanda case in campagna, rustici e casali nelle aree provinciali, nei borghi e nei piccoli comuni con un incremento delle ricerche pari al 29% rispetto al periodo pre-Covid, dato che indica chiaramente una nuova tendenza di mercato.
Il desiderio di spazi aperti è esploso dopo il lockdown con un’impennata a luglio, forse preludio a un rimbalzo delle compravendite immobiliari nel periodo autunnale.

(leggi tutto l’articolo)

La speranza è quindi quasi una certezza, dopo anni di abbandono e allontanamento dalle campagne, la rivalutazione di gran parte del nostro territorio nazionale può diventare una realtà.


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A presto.

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