Le incubatrici per uova di gallina: come sceglierle.

L’incubatrice: guida alla scelta.

Se stai valutando l’acquisto di una incubatrice, questo articolo ti potrà essere utile. La scelta di una incubatrice per la riproduzione di avicoli deve tenere conto diversi fattori. Vediamo insieme come valutarli nelle diverse offerte presenti sul mercato.

I parametri che caratterizzano una incubatrice sono:

  • la capienza
  • il livello di coibentazione
  • sistemi di controllo digitali o analogici
  • regolazione dell’umidità
  • presenza del girauova

Prima di analizzarli singolarmente, voglio chiarire subito che la qualità generale del prodotto che dovrai acquistare deve essere di un buon livello.

L’incubatrice è uno strumento che deve funzionare in modo continuativo per 21 – 22 giorni e deve garantire la continuità del suo funzionamento.

Trovi sul mercato prodotti a prezzi molto contenuti ma la qualità dei polimeri con cui è fatto l’involucro, o delle componenti elettriche ed elettroniche, è in genere di basso livello. Questo comporta rispettivamente: una scarsa resistenza agli urti ed un minimo isolamento termico; il rischio di interruzione del funzionamento nel bel mezzo del periodo di crescita degli embrioni. Eventualità, questa, che farebbe fallire completamente il risultato.

Il primo consiglio è quindi quello di evitare offerte eccessivamente a buon mercato perché spesso nascondono prodotti di scarsissimo livello.

Le marche italiane o europee sono sicuramente quelle più affidabili.

La capienza

Dipende naturalmente da quanti pulcini vuoi produrre nell’annata.

Per un piccolo allevamento familiare dove la funzione primaria è quella di produzione delle uova e solo qualche malcapitato verrà destinato alla pentola, una incubatrice da 24 uova è la giusta scelta.

Se invece pensi di far nascere da 50 a più di 100 pulcini l’anno, allora dovrai spostarti su una capienza di almeno 48 uova.

Nel fare la scelta, tieni anche conto delle possibilità di espansione negli anni successivi del tuo allevamento.

Il livello di coibentazione

Questo parametro conta molto nel caso l’incubatrice venga posta in un ambiente freddo: come cantine, capanni o addirittura all’esterno. Nel caso prevedi di utilizzare le incubatrici in casa, la coibentazione è decisamente relativa, in questo caso si può risparmiare molto nell’acquisto.

Alcuni progetti italiani realizzano la coibentazione con una particolare soluzione: una ventola posizionata al centro, in alto, crea un costante flusso di aria che scorre lungo le pareti, così da creare una “parete di aria calda” lungo la superficie esterna in modo da isolare l’ambiente interno rispetto l’esterno.

Soluzione molto semplice ed economica, adottata su incubatrici amatoriali di alto livello.

Digitale o analogica?

Attualmente il digitale la fa da padrone, ma esistono ancora molte incubatrici che utilizzano il caro vecchio termometro a colonnina. In questo ultimo caso il controllo dell’operatore deve essere costante. Si deve intervenire manualmente se la temperatura si alza o si abbassa.

Ovviamente il controllo digitale lascia ai circuiti il compito di regolare la temperatura all’interno dell’ambiente dell’incubatrice.

L’umidità

La gallina che copre le uova durante l’incubazione, libera dal suo corpo una ben precisa quantità di umidità. Questa deve essere riprodotta il più fedelmente possibile all’interno della incubatrice.

Sul fondo delle incubatrici sono previste delle vaschette che contengono acqua. Il livello di evaporazione, causato da calore presente, determina il grado di umidità dell’ambiente.

Per misurarla e tenerla sotto controllo ci sono tre sistemi:

  • l’igrometro analogico
  • l’igrometro digitale
  • Lo psicrometro

L’igrometro analogico

L’igrometro analogico utilizza un capello o un crine di cavallo, collegato ad un ago indicatore. Il capello o il crine riducono o aumentano la loro lunghezza a secondo della umidità dell’ambiente. Questa variazione fa muovere l’ago che scorre lungo una scala che ci indica la percentuale di umidità.

L’igrometro digitale

L’igrometro digitale ha una sonda che, attraverso dei circuiti elettronici, fa apparire la percentuale di umidità su un display numerico. Questa è in genere la soluzione maggiormente adottata attualmente.

Lo psicometro

Lo psicrometro è il più costoso e più preciso. È costituito da due termometri di precisione, tarati a coppia. Uno ha il bulbo libero, detto bulbo secco; mentre l’altro ha il bulbo avvolto da una garza tenuta costantemente umida, detto bulbo umido.

La naturale evaporazione dell’acqua della garza abbassa la temperatura del termometro con bulbo umido, riducendo la temperatura di questo rispetto a quello con bulbo secco. Maggiore sarà l’umidità dell’ambiente, minore sarà l’evaporazione dalla garza del bulbo umido, e viceversa.

Con delle tabelle specifiche si confronta la differenza di temperatura dei due termometri e si legge, sulle tabelle, l’umidità dell’ambiente in cui si trovano i due termometri.

Maggiore è la differenza di temperatura, minore è l’umidità presente.

Quest’ultimo metodo, usatissimo in passato, oggi non lo si trova in quasi nessuna incubatrice, sostituito dagli igrometri digitali.

Tenendo conto che l’umidità di un qualsiasi ambiente è determinata dalla superficie dell’acqua esposta all’aria e non dalla sua quantità, molte attuali incubatrici hanno delle vaschette con superficie libera di acqua ben determinata, così da prevedere con sufficiente precisione l’umidità globale dell’ambiente.

Questo significa che la quantità di acqua presente non determina il livello di umidità, lo determina la superficie esposta. In altre parole: una vaschetta piena fino all’orlo o quasi vuota ma con la stessa superficie esposta, libera la stessa identica umidità.

Il girauova

In natura, le galline, o qualsiasi altro uccello, durante la cova spostano le uova, girandole e spostandole dalla parte più centrale del nido alla periferia e viceversa. Questo per mantenere una media della temperatura costante ma anche, e soprattutto, per girare le uova in modo da non far aderire l’embrione in fase di sviluppo alla parete del guscio.

Tale meccanismo deve essere riprodotto anche nella incubazione artificiale.

La temperatura sappiamo che è comunque costante. La posizione però deve essere variata.

Questo può essere ottenuto o girando manualmente le uova dentro l’incubatrice, aprendola e girandole, oppure mediante un supporto mobile che permette di muoverle dall’esterno della incubatrice. Quest’ultima soluzione può essere ulteriormente semplificata attraverso l’uso di motorini elettrici.

Il supporto mobile può prevedere una levetta azionabile a mano o un collegamento ad un motorino che le gira costantemente durante la giornata. In quest’ultimo caso i costi saranno un poco superiori.

Bene, adesso sai tutto  o quasi sulle caratteristiche delle incubatrici.

Vediamo insieme come scegliere l’incubatrice.

Introduzione.

La scelta della giusta incubatrice può essere difficile. Se hai letto il nostro articolo su come far nascere i pulcini in casa, sarai interessato a capire quale incubatrice fa al tuo caso.

Qui vogliamo aiutarti. Non esiste l’incubatrice migliore in assoluto, esiste la migliore per te.

Hai pochi capi e vuoi riprodurre una decina di uova? Oppure il tuo allevamento già conta un centinaio di ovaiole? Sarà ben diverso lo strumento di cui hai bisogno.

Ogni esigenza ha il suo strumento. Naturalmente parliamo di incubatrici casalinghe, non professionali.

Incubatrici entry level

Si tratta di apparecchi molto semplici e di costo contenuto. Richiedono una buona dose di pazienza e dedizione, con un poco di esperienza offrono comunque risultati soddisfacenti.

Sono di piccole dimensioni e con pochi controlli della temperatura/umidità. Alcune prevedono sistemi digitali di regolazione ma l’intervento dell’operatore è fondamentale. Le uova devono essere girate manualmente, aprendo l’incubatrice ed agendo direttamente sulle uova. Per ventuno giorni devi seguirle quotidianamente.

La quantità di uova è limitata ma come inizio sono più che soddisfacenti.

In questa categoria trovi due principali tipologie di sistema di riscaldamento: con lampade a filamento e con resistenza regolata da un termostato. Anche se i termostati non sono di alta precisione, è preferibile comunque questa tipologia. Sia per il maggiore risparmio energetico sia per il migliore controllo della temperatura.

Di solito quelle con le lampade a filamento hanno un termometro ad alcool, va controllato per regolare la temperatura e questa può essere influenzata dalla temperatura dell’ambiente dove si trova.

Il livello medio

Questo gruppo di incubatrici ha costi fra gli ottanta e i centocinquanta euro. La capienza è maggiore, dalle 12 fino anche a 64.

Anche l’aspetto è diverso, hanno forma di scatola, in genere formata da due semi gusci. In quello in basso si alloggiano le uova su un supporto mobile che permette di girarle, manualmente o meccanicamente e le vaschette per l’acqua necessaria per la giusta umidità. Il guscio superiore ospita la resistenza ed i circuiti del termostato.

L’utilizzo è più semplificato. In genere il supporto per girare le uova è mosso da un meccanismo azionabile dall’esterno, in questo modo l’incubatrice deve essere aperta meno frequentemente, o addirittura mai, durante il periodo dei primi 18 giorni.

La temperatura è tenuta sotto controllo da un termostato di qualità superiore ed anche i materiali utilizzati hanno maggiore resistenza.

Molte delle incubatrici di questa fascia di prezzo hanno in dotazione un motorino che aziona automaticamente il girauova, come già detto, questo accessorio rende meno impegnativo il processo di incubazione.

Livello alto

In questa fascia trovi apparecchiature più sofisticate. Viene facilitato moltissimo il lavoro dell’operatore, le automatizzazioni si possono avere su tutti i parametri: temperatura; movimentazione uova; umidità. Con alcune di queste incubatrici puoi assentarti da casa per qualche giorno senza nessun problema.

Con l’inserimento del sistema di controllo dell’umidità l’incubatrice diventa completamente autonoma. Con l’aggiunta di questo strumento si dovrà intervenire soltanto per il cambio di assetto delle uova all’interno dell’incubatrice al diciottesimo giorno e per riempire la riserva di acqua nel sistema di controllo umidità.

Interventi quindi ridotti al minimo.

La configurazione ottimale la si può acquistare anche già completa come puoi vedere qui sotto.

Per tutti i dettagli sulle incubatrici Borotto puoi consultare il sito dell’azienda.

Conclusioni

Ora che hai una idea più chiara sul mondo delle incubatrici amatoriali, potrai decidere l’acquisto di questo strumento, determinante per la riuscita di un allevamento familiare di ottimo livello.

Veder nascere in casa i pulcini, figli delle proprie galline, non ha paragone con il semplice acquisto di capi presso gli allevamenti industriali.

Naturalmente tutto questo richiede una dedizione ed un impegno notevole. La vita di campagna, quella vera, richiede questo impegno, ma restituisce gratificazioni che difficilmente potrai trovare altrimenti

Ti anticipo che potrai trovare molte difficoltà e ostacoli. Mettere in incubatrice 24 uova e non avere nessun risultato (come ci è capitato), mette alla prova tutti i migliori entusiasmi. Non bisogna mollare, capire gli errori, gestire al meglio gli strumenti, informarsi, conoscere, ti permetterà di avere risultati che sembrano essere impossibili all’inizio.

Con l’augurio che tutto vada per il meglio, ti invito a scriverci per qualsiasi domanda o dubbio. Cercheremo di essere il più possibile di supporto.

Grazie per l’attenzione che hai avuto nel leggere questo articolo.

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