Riscaldamento a legna: tutti i metodi.

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Il fuoco di legna inquina?

In questi ultimi tempi si legge da più parti che il fumo di caminetti e stufe inquina in modo considerevole. Si tratta dei soliti titoli allarmistici. Se ben scelta e ben bruciata, la legna (o altre biomasse) inquina davvero poco. Usare la legna come combustibile non può che essere conveniente.

Il riscaldamento della casa.

Utilizzare la legna per scaldare o cucinare è stata una delle prime conquiste dell’Uomo, già fin dalla preistoria. Oggi sappiamo usare il fuoco di legna molto meglio di allora.

  • In modo più economico: 1 kW termico prodotto da una caldaia a gas si aggira intorno agli 0,11€, con una caldaia a gasolio costa circa 0,17€, con legna secca spendi 0,04€, con il pellet circa 0,08€.
  • In modo più gradevole: prova a mettere il divano davanti ad un camino o ad una stufa e poi davanti ad un termosifone, e valuta la differenza!
  • In modo più pulito: una combustione completa libera nell’aria CO2, ovvero anidride carbonica, che è assorbita dalle piante per la funzione clorofilliana. Avendo l’accortezza di mettere a dimora tante piante quante se ne recidono risolverebbe ogni problema di inquinamento.

La legna è l’unica fonte di energia presente in natura realmente rinnovabile. Se viene bruciata correttamente, emette la stessa quantità di anidride carbonica assorbita dalla pianta durante la sua vita, inserendosi perfettamente nel ciclo della natura.

Importante è anche la scelta dei tipi di legna per il fuoco ed il controllo della temperatura del fuoco di legna.

Quando si brucia la legna, viene liberata nell’ambiente anidride carbonica che viene assorbita da altre piante mediante il processo di fotosintesi clorofilliana, con il fine di produrre sostanze nutritive per la pianta stessa e ossigeno per l’ambiente. A farla semplice: un chilo di legna bruciata produce tanta CO2 quanta ne viene trasformata da un chilo di legna viva, nello stesso tempo.
Carbone, gasolio, gas, i combustibili fossili comunemente utilizzati, liberano invece nell’atmosfera enormi quantità di anidride carbonica accumulata in milioni di anni contribuendo -loro si- all’effetto serra.

Per chi vive in campagna si aggiunge un altro vantaggio, la legna è disponibile localmente.

Il riscaldamento a legna e/o biomasse legnose, significativamente più economico rispetto ai sistemi più diffusi (metano, gasolio, carbone), può essere effettuato attraverso diverse tecnologie come: camini, termocamini, stufe, caldaie, cucine economiche, termocucine. Sempre tenendo presente di non accendere il fuoco con legna umida o bagnata.

Il camino.

Il camino a legna è la forma più tradizionale e più conosciuta di riscaldamento domestico, anche se quella con minor rendimento energetico. Il calore trasmesso alla casa da un camino è il 1525% del calore prodotto dalla legna. Inoltre, gran parte dei gas che si liberano dalla legna se ne va, incombusta, per il camino. Contribuendo all’inquinamento atmosferico.

Esistono sul mercato moltissime forme prefabbricate ed innumerevoli rivestimenti che si adattano a tutti gli stili ed arredamenti.

Il grande vantaggio del camino è il “calore” del fuoco inteso come punto d’interesse in un salone o tinello, con la presenza di un vero e proprio “focolare domestico“. L’importante è imparare come accendere il fuoco con la legna.

Un altro importante punto a favore per il caminetto, è che ci si può facilmente cuocere cibi sulla brace e che si sente il rumore tipico del fuoco di legna. Importante è anche scegliere i tipi di legna per il fuoco.

Camino rustico

Un classico camino di campagna.

La nota negativa, ai fini del riscaldamento, è il fatto, come accennato all’inizio, del basso rendimento rispetto alla quantità di legna bruciata; il tiraggio, necessario al corretto funzionamento, porta all’esterno gran parte del calore prodotto. Il riscaldamento avviene primariamente per “irraggiamento” e si limita all’ambiente dove si trova il camino.

Si può realizzare un camino con rendimenti migliori, sfruttando il calore del focolare per preriscaldare l’aria necessaria al tiraggio. Migliorando di molto il rendimento. Per sapere come fare, leggi gli articoli sulla realizzazione del nostro camino, si comincia da qui.

Il termocamino.

Possiamo pensare il termocamino come una struttura che coniuga le caratteristiche del camino, della stufa e della caldaia.

Il termocamino è caratterizzato, in sostanza, da una camera di combustione chiusa da un ampio sportello in vetro che consente di vedere la fiamma, così da mantenere il fascino del caminetto.

Il fatto che la combustione avviene in un ambiente chiuso permette però una serie di importanti vantaggi, il più significativo è la cosiddetta “post combustione“.

Nel camino tradizionale la combustione è solo parziale, cioè dalla legna viene prodotta una certa quantità di gas combustibili che solo in parte vengono bruciati (la fiamma che vediamo), una grande quantità di questi gas viene espulsa dalla canna fumaria senza essere utilizzata.

Nei termocamini, una particolare conformazione del percorso dei fumi permette di riportare i gas incombusti nella camera di combustione dove vengono completamente bruciati ed utilizzati.

Questo accorgimento comporta due enormi vantaggi: maggiore rendimento e minore emissione di inquinanti.

I termocamini utilizzano una presa d’aria esterna ed un meccanismo di espulsione dei fumi che garantisce la massima sicurezza, senza rischi di liberazione di gas pericolosi in casa.

Termocamino

Un termocamino che poi andrà rivestito per inserirlo nell’arredo di casa.

Hanno potenze che variano da 25 Kw (22.000 kcal/h) a 35 Kw (29.000 kcal/h) con superfici riscaldabili dai 100 ai 200 mq.

Fermo restando il meccanismo di funzionamento per la combustione, i termocamini possono produrre aria calda e/o acqua calda.

Nel primo caso, attorno alla camera di combustione viene realizzata una intercapedine dove scorre un flusso d’aria che, una volta riscaldata, viene canalizzata in tubi che portano aria calda anche in ambienti diversi da quello dove si trova il termocamino.

Un importante svantaggio di questo sistema è la continua lieve turbolenza dell’aria calda che esce dalle bocchette, che comporta un continuo movimento di polvere. A questo proposito esistono sul mercato sistemi che prevedono il filtraggio di elementi allergizzanti.

Nel secondo caso, i termocamini che producono acqua calda possono essere del tipo a sola acqua da inviare ai radiatori (termosifoni) o anche per la produzione di acqua sanitaria.

In questi casi il termocamino è assimilabile ad una caldaia a gas dove il calore è prodotto dalla fiamma della legna invece che dal bruciatore a metano.

Per riscaldare un locale di 80 mq occorrono circa 5 kg di legna all’ora. Diciamo che è vero solo in parte il fatto che questo sistema di riscaldamento richiede continua attenzione; un buon termocamino necessita di essere rifornito di legna due o tre volte al giorno.

Le stufe.

In passato la stufa sostituì rapidamente il caminetto, soprattutto dopo che Benjamin Franklin, alla fine del ‘700, ne progettò una che permetteva un rendimento maggiore ed eliminava i problemi di fumo. Il rendimento di una vecchia stufa in ghisa è intorno al 60%, le nuove tecnologie portano oggi ad un rendimento che arriva fino ad oltre l’80%, con ridottissima emissione di gas incombusti (minore inquinamento).

Il camino Franklin

Il camino Franklin viene prodotto ancora oggi, identico all’originale.

A differenza del camino la stufa ha il grande vantaggio di poter essere collocata quasi dove si vuole all’interno della casa, collegandola alla canna fumaria attraverso opportuni tubi per l’incanalamento dei fumi.

Ne esistono di diversi tipi, le più comuni sono quelle in ghisa, ma esistono anche le stufe in ceramica, in pietra ollare, in maiolica; di recente si sono molto diffuse quelle, più moderne, in acciaio.

Una stufa, come un camino, necessita della presenza di una persona per essere accesa e accudita. Le moderne stufe che utilizzano il pellet possono essere invece accese anche attraverso un timer o con comandi a distanza che utilizzano internet. Oggi possiamo accendere una stufa a pellet nella casa di campagna prima di partire dalla città, anche attraverso uno smartphone.

Una moderna stufa a pellet.

Una moderna stufa a pellet.

Affiancata da un capiente serbatoio, una stufa simile può raggiungere una autonomia anche di alcuni giorni.

Ogni tipologia di stufe risponde ad esigenze diverse. Le stufe in ghisa permettono un riscaldamento rapido e sufficientemente costante. Le stufe in cotto producono un calore molto gradevole e vengono utilizzate anche per la cosiddetta “terapia del calore“. Quelle in ceramica sono molto belle ma richiedono uno spazio notevole e quelle costruite sul posto hanno lo svantaggio di essere “inamovibili“.

Stufe in maiolica

Alcune monumentali stufe in maiolica.

Le stufe in pietra ollare.

Una nota a parte merita la stufa in Steatite,  (chiamata anche “stufa ad accumulo”)  le cui caratteristiche la rendono adatta ad un particolare utilizzo.

La stufa in pietra ollare, dato il materiale con cui viene realizzata, possiede un particolare funzionamento che inoltre garantisce un risparmio energetico elevato.

Una moderna stufa in pietra ollare.

Una splendida stufa in pietra ollare.

Da 2 a 4 ore di fuoco portano la pietra ollare a raggiungere la massima capacità di accumulo, dopodiché la stufa emetterà costantemente il calore accumulato per altre 610 ore, sotto forma di calore radiante. La temperatura nella stanza rimane costante ed il calore radiante della pietra ollare genera una piacevole sensazione di comfort.

Il calore accumulato può benissimo scaldare un ambiente durante la notte, senza nessun intervento di ricarica.

Le termostufe.

Le termostufe offrono i vantaggi descritti per i termocaminetti, stufe cioè in grado anch’esse di produrre acqua calda sanitaria e per il riscaldamento. Se accompagnate da un serbatoio d’acqua collegato ai termosifoni ed un accumulo per scaldare acqua destinata a bagno e cucina, possono soddisfare ogni esigenza di una casa di campagna.

Le caldaie.

Le caldaie a legna o pellet sono la tecnologia più complessa fra quelle destinate a produrre calore per la casa. Considerato il loro ingombro devono essere installate in locali adatti (cantina, garage, locale caldaia) anche esterni alla casa.

La tipologia di sistemi di combustione e di materiali combustibili impiegabili è molto varia.

Si va dalle caldaie a tiraggio naturale a quelle a fiamma rovesciata fino ad arrivare a bruciatori a “cippato” cioè pezzetti di legno di scarto della lavorazione del legno (con circa 2,5 Kg di legno CIPPATO, costo al Kg 0,030,04 €, si sviluppa la stessa potenza di un litro di gasolio.).

Una caldaia non scalda molto il locale in cui è installata, come farebbe una stufa o un termocamino anzi, è molto ben coibentata. Il suo calore deve essere trasmesso ai termosifoni nella casa attraverso tubature e l’acqua sanitaria è accumulata in un boiler, posto vicino alla caldaia, che può immagazzinare acqua calda anche in grande quantità, fino anche a 1000 litri.

Un completo impianto con caldaia a legna.

Un completo impianto con caldaia a legna.

Per riscaldare grandi cubature (anche piccoli condomini) si possono prendere in considerazioni le moderne caldaie a gasificazione che bruciano legna e mais con necessità di rifornimento ogni due giorni, con una lunghissima autonomia.

Dopo l’accensione della legna nella stiva, i gas combustibili prodotti dal combustibile (legna, cippato, mais, ecc.) vengono aspirati in basso verso la camera di combustione in ceramica dove si combinano con l’aria, dosata attraverso serrande per aria primaria e secondaria, ottenendo una combustione sempre completa ed ecologica.

La combustione viene monitorata da sonde e gestita da un microprocessore il quale controlla anche la modulazione di potenza in modo da avere il minor numero di accensioni e spegnimenti della caldaia.

Un aspetto interessante è che con caldaie di grandi dimensioni è possibile produrre anche energia elettrica con microturbine mosse da un motore Stirling.

Cucina economica.

Alla cucina economica ho dedicato un intero articolo, lo consiglio a chi vuole approfondire la conoscenza di questo particolare oggetto.

Le cosiddette cucine economiche funzionano come le stufe tradizionali. Sono costruite generalmente in ghisa e acciaio, la struttura è progettata in modo che i fumi di combustione riscaldano una ampia superficie superiore: il piano cottura; ed eventualmente un vano incassato: il forno, prima dell’espulsione dei fumi stessi attraverso la canna fumaria.

Le potenze in gioco possono variare da 6 kw (5.000 kcal/h) a 30 kw (26.000 kcal/h), riuscendo a coprire le più svariate esigenze.

Nei modelli più economici, il bruciatore è realizzato in terra refrattaria, mentre nei modelli più costosi e durevoli è realizzato in ghisa.

La piastra superiore è sempre in ghisa, dotata di aperture che consentono di cucinare anche direttamente sulla fiamma, mentre il forno è in acciaio. Un deviatore manuale dei fumi consente di scegliere se utilizzare il forno o meno.

Una ceneriera ed un vano scaldavivande completano di norma il corredo della cucina. Solo alcuni modelli sono ancora dotati di serbatoi per il riscaldamento dell’acqua, da prelevare con un apposito mestolo.

Se pur ideata per cucinare, una cucina economica è comunque in grado di riscaldare ambienti non piccoli. Il riscaldamento è sempre per irraggiamento.

Le cucine economiche sono considerate, a livello legislativo, strumenti per la cottura di cibi, pertanto non sottostanno a particolari regolamentazioni come invece le termocucine. Sono omologate secondo la En 12815. Non necessitano della certificazione di installazione, possono essere accese h24 per 365 giorni l’anno, non sono vincolate alla verifica annuale. In ogni caso la canna fumaria per l’evacuazione fumi deve essere a norma.

Vantaggi.

Molti utenti sono entusiasti della qualità della cottura dei cibi ottenuta con una cucina economica. In case non enormi, dove è ancora viva la tradizione che concentra intorno al focolare domestico la vita comune, la cucina economica può essere un eccellente compromesso tra la necessità di riscaldamento ed il poco spazio a disposizione.

Svantaggi.

Utilizzare una cucina economica in estate è praticamente impossibile. Bisognerà pertanto attrezzarsi anche con una cucina tradizionale.

Termocucina.

Con una termocucina si possono fare tante cose: cuocere i cibi sia alla piastra che al forno, riscaldare la casa collegando la termocucina all’impianto dei termosifoni, produrre acqua calda sanitaria, arredare la casa.

Le termocucine sono cucine economiche in cui il bruciatore è trasformato in uno scambiatore di calore con un fluido termoconvettore, l’acqua, in grado di alimentare i classici termosifoni.

Il bruciatore è sempre in acciaio, generalmente costituito da un fascio tubiero o da un intercapedine.

Una termocucina della Klover.

Una termocucina della Klover con la descrizione delle singole parti.

Si possono installare anche in parallelo con un impianto tradizionale, attrezzando l’impianto con una valvola di scambio che consente di scegliere quale fonte di calore utilizzare.

Con simili impianti si possono riscaldare superfici anche molto grandi e produrre acqua calda sanitaria oltre che per riscaldamento.

Le termocucine sono considerate strumenti per il riscaldamento, omologate secondo la En 13240. Per questo sottostanno alle normative relative a tali impianti (verifiche annuali, installazione certificata, accensione limitata al periodo invernale, iscrizione al catasto termico, ecc.).

Vantaggi.

Il principale vantaggio di una termocucina è quello di poter distribuire in tutta la casa, attraverso i termosifoni, il calore prodotto. Che con una semplice cucina economica sarebbe concentrato nell’ambiente in cui è installata.

Accoppiando una termocucina ad un impianto con caldaia a gas si possono cumulare i vantaggi dei due sistemi: l’impianto tradizionale si accende automaticamente quando non si ha tempo, o non si è presenti per controllare la combustione.

L’impianto a legna subentra con una combustione molto più economica, quando è possibile accudire la termocucina.

Svantaggi.

L’installazione di una termocucina in parallelo con l’impianto a gas esistente, è sottoposto a due vincoli: la posizione della canna fumaria e la posizione della centralina dei termosifoni.

Se i due impianti sono molto distanti, in una casa già esistente, possono essere necessarie notevoli opere edili per collegare i tubi della mandata e del ritorno dell’acqua dal bruciatore alla centralina.

L’installazione deve essere eseguita da un termotecnico professionista, ed i materiali idraulici necessari all’installazione possono renderla piuttosto costosa.

Lo stato attuale.

Attualmente c’è grande interesse per questa forma ecologica di riscaldamento. Utilizzabile in particolare nelle case di campagna, dove la materia prima, il legname, è maggiormente disponibile.

Le case costruttrici hanno sviluppato tecnologie che rendono sempre più efficiente ed eco-compatibile l’uso della legna per il riscaldamento.

Lo stato dell’arte in Italia viene presentato, ogni anno a Febbraio, nella fiera “Progetto Fuoco” dove espositori da tutto il mondo presentano le novità e la tradizione di questo settore.

Il racconto.

Qui puoi ascoltare il racconto di uno scrittore che ha vissuto un’esperienza non proprio piacevole con una stufa. Siamo negli anni sessanta del secolo scorso. In America, come altrove, si viveva un’epoca di riscoperta della libertà e delle antiche tradizioni, ma l’esperienza non era la stessa degli antichi pionieri…

Ascolta “La stufa e il sidro.” su Spreaker.


Spero che questo ampio exursus sul riscaldamento a legna sia stato interessante. È un po’ lungo, è vero, ma l’argomento lo richiedeva.

Se ti servono ulteriori informazioni o vuoi parlare della tua esperienza, non esitare a scrivere nei commenti. Sarò ben felice di rispondere e di confrontarci assieme.

Buon riscaldamento!

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